STEP #28 - LA SINTESI FINALE

Il termine italiano Multimetro, dal punto di vista della sua etimologia (#01) è un “termine parlante”, che rispecchia l’origine e la funzione di questo strumento. Questa parola nel tempo (#24) (dagli anni ’80 per la precisione), però, è stata progressivamente soppiantata dalla parola inglese tester. Si tratta di uno strumento che merita davvero un posto di primo piano nella società contemporanea: la motivazione per cui è stato inventato il primo multimetro, per rendere cioè più rapida e precisa una misura in precedenza molto lenta, in quanto realizzata con 3 diversi strumenti, incarna infatti il mito della velocità (#07), affiorato alla fine dell’Ottocento e divenuto anima profonda della società del ‘900, in conseguenza del rapido evolversi delle scoperte e delle applicazioni industriali ai mezzi di locomozione. Possiamo inoltre ritenere che la gamma dei possibili utilizzi di questo strumento riconduca all’altra tematica ormai imperante nel nostro tempo: quella dell’efficienza e funzionalità degli oggetti tecnologici, imprescindibile ormai, data la loro diffusione capillare.   
E’ interessante, a questo proposito, analizzare le origini del multimetro: risalgono al 1921, proprio dopo la fine della Prima guerra Mondiale, quando l’umanità assistette alla più rapida accelerazione del progresso tecnologico della storia, e nuove esigenze si fecero strada. Nelle intenzioni del suo inventore (#09), l’allora capo del General Post Office di Londra Donald Macadie, di cui sono stati conservati alcuni scritti (#10), quello che lui chiamò “Avometer(#01) doveva da un lato accelerare molto le operazioni di misurazione, consentendo di avere contemporaneamente a disposizione un voltmetro, un amperometro e un ohmmetro, dall’altro essere molto pratico, perché portatile. Troviamo quindi, già dagli albori, il tema della velocità, ed anche quello del controllo di efficienza e funzionalità degli strumenti tecnologici: il primo Avometer (#02) era infatti uno strumento analogico molto “sensibile” per l’epoca, derivato dal galvanometro, di cui erano già ben noti i principi fisici di funzionamento (#05). Forse proprio per non aver inventato nulla di nuovo, ma scoperto come utilizzare in maniera originale qualcosa di già noto, Macadie non fu mai celebrato come invece Ampère, Volta e Ohm, di cui si trovano con facilità persino francobolli (#18), in quanto padri degli strumenti che Macadie aggregò. Tuttavia l’Avometer ebbe grande successo a partire dal 1923, quando venne messo in commercio in Inghilterra, prodotto dalla “Automatica Coil Winder and Electrical Equipment Company” (ACWEECO) (#11). Si trattava di una ditta fondata appositamente per questo scopo, e il successo ottenuto fece sì che altre ditte produttrici si diffondessero in tutto il mondo, producendo multimetri differenti e ognuno con il proprio marchio (#20). Ricordiamo a titolo esemplificativo la storica Industria Costruzioni Elettromeccaniche, produttrice del leggendario Supertester 680 G (#15), portatore del famoso marchio ICE (#20)

Tester-ICE-680G- attualmente in vendita sul sito Electronic Surplus


Rispetto ai primi modelli, il multimetro si è evoluto molto, sia esteticamente sia nelle sue componenti interne (#16). Vi è poi stato il grosso cambiamento dovuto alla commercializzazione dei multimetri digitali, avvenuta solo negli anni ’70 (#09), dopo la scoperta di come ridurne i costi di produzione: si veda a questo proposito il brevetto US2889518A del 1959 (#17), che ha aperto la strada in questo senso. Successivamente sono stati depositati altri interessanti brevetti (#17), ma le varie modifiche non hanno cambiato i componenti essenziali del multimetro (#03): un selettore per scegliere il tipo di misura, un display per vederne il risultato (un multimetro digitale può visualizzarne un numero altissimo! #15), ma soprattutto i caratteristici puntali, da posizionare ai lati dell’oggetto da testare. Anche i materiali (#08) sono rimasti gli stessi, salvo l’introduzione dei semiconduttori per i multimetri digitali. La normativa (#23) è invece stata opportunamente aggiornata a motivo della grandissima diffusione di questo strumento. Infatti, proprio perché incarna esigenze molto sentite nella nostra società per la sua velocità e facilità di utilizzo (#22) in molti contesti diversi (#22 esempi 1 e 2, 4 e 5, 3 e 6) e in molti ambiti scientifici diversi (#04), il multimetro è oggi presente ovunque: nelle case delle persone, negli uffici, nelle officine, negli ospedali.

  

SECULIFE ST, ideale per l’esecuzione e la documentazione di verifiche sui dispositivi ad uso medicale


La diffusione del multimetro è anche geografica: vi sono parole per indicarlo in tutte le lingue, (#01) e ditte produttrici in tutto il mondo (#11). In particolare però, si registra una sua pervasività dal punto di vista culturale: la pubblicità (#13) lo esalta in maniera sempre più accattivante, vi sono serie TV (#12)  che celebrano il ruolo della tecnologia e l’inventiva umana in ambito tecnologico e perciò lo valorizzano sugli schermi, e lo stesso avviene anche nel cinema (#12): ricordiamo a titolo esemplificativo il film “Decisione critica”, del 1996, in cui si vede chiaramente il protagonista Russel Kurt alle prese con un multimetro nel momento cruciale del film. Non mancano nemmeno citazioni in fumetti per bambini (#21) e su riviste.

In definitiva dunque, considerati l’attuale accelerazione delle comunicazioni grazie alla nuova grande frontiera di internet, l'ancora ricco e inesplorato mondo della velocità moderna, proiettata verso le declinazioni di velocità della luce, della materia, dell'informazione e il dominio incontrastato di strumenti tecnologici di ogni tipo, prevediamo che il multimetro, o meglio il tester, avrà un ruolo sempre più importante nella società del futuro.

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